Fuori della persona. Sull’ “impersonale”: Merleau-Ponty, Bergson, Deleuze

Autori

  • Enrica Lisciani Petrini Dipartimento di Filosofia – Università di Salerno
Parole chiave: persona, soggetto, corpo

Abstract

Il saggio parte da un’analisi storico-critica della nozione di «persona», quale dispositivo performativo di secolari concetti culturali. Tra i quali quello di «soggetto», che ne deriva direttamente, inteso quale «unione di anima e di corpo». Dove però tale «unione» è realizzata sulla base di un processo di rimozione o esclusione interna della parte propriamente corporeo-materiale, che intanto è «unita» all’anima, ovvero alla coscienza, solo in quanto assoggettata a quest’ultima. Il personalismo (di Maritain e Mounier) per un verso e la fenomenologia husserliana per un altro (in particolare nella figura di Edith Stein) rappresentano le ultime formulazioni di un processo teorico di così lungo corso.

Questo apparato categoriale, tipicamente moderno, è oggetto, da più di un secolo, di una radicale «decostruzione». Gli autori presi in considerazione – Bergson, Merleau-Ponty e Deleuze – consentono di curvare questa piega decostruttiva nella direzione di un recupero della falda «impersonale» da cui il soggetto stesso proviene, in modo da riunirlo alla parte di sé rimossa o esclusa.

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Come citare
Lisciani Petrini, E. (2012). Fuori della persona. Sull’ “impersonale”: Merleau-Ponty, Bergson, Deleuze. Daimon, (55), 73–88. Recuperato da https://revistas.um.es/daimon/article/view/152221
Fascicolo
Sezione
Artículos

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